Lumen et Umbra, a unifying dialogue of cello and dance
Lumen et Umbra is a project thought and designed thanks to the commitment and dedication between Italian cellist Miriam Prandi and the visionary team of MusicAeterna Dance.
It is a diptych for solo cello and dance conceived as two self-standing Parts in counterpoint: part I - Lumen (light, birth, expansion) and Part II - Umbra (shadow, decay, introspection). Together they trace a concise arc from life to mortality through music and movement.
The project treats light and shadow not as conflict but as co-existing forces. Each Part functions on its own, yet in sequence they form a unified inquiry into duality.
In the tension between them, and in the stillness after motion, the work asks: “What remains when movement ceases?” The answer is the lingering trace of a dialogue between separation and unity.
The performance is based on J.S. Bach’s Six Suites for Solo Cello, a monumental cycle of works that redefined the cello’s expressive potential. Each suite progresses from prelude to dance forms (Allemande, Courante, Sarabande, etc.), balancing technical brilliance with profound introspection.
Bach’s music is not a backdrop but a third participant. The cello conducts the rhythm of breath, the pauses between life and its reflection.
The project premiered in June 2025 at the Trame Sonore Festival in Mantua, where it received enthusiastic acclaim from both audiences and critics.
Performers: Miriam Prandi (cello), Elena Lisnaya and Maxim Klochnev (dance).
Choreography: Alexey Slutsky.
Curator: Anastasia Peshkova, principal choreographer of MusicAeterna Dance.
Dramaturgy & Programme
Part I: Lumen
An impulse toward expansion: diffused light, a pure cello voice as catalyst, two bodies moved by a shared breath. No beginning, no end—only transformation.
Part II: Umbra
Introspection and compression of experience: light becomes memory; the cello darkens, urgent as a heartbeat; attraction and repulsion draw the duet. Motion stills, yet its tremor remains.
For this project, a dramaturgically curated and condensed version of the Six Suites has been created, selecting the most emblematic dance movements from each suite and arranging them to build a continuous narrative and a carefully shaped emotional ‘Spannung’ throughout the performance.
Press:
“[…] in an expressive space imbued with playfulness and a mysterious dialogue of glances exchanged between the two graceful dancers, Maxim Klochnev and Alena Lisnaya, who move in dialogue with the ultramodern sonic language of Sebastian Bach, rendered through the artistry of the gifted Mantuan cellist Miriam Prandi, who elevates music to the highest realm of mystery.
Silence and sound become instruments of a gestural communication, at times rarefied, at times charged with suggestion, like an epiphany of life, finding in the finiteness of its two moments true and resounding acclaim.”
Andrea Zaniboni for Gazzetta di Mantova. Read the full article here.
“When it comes to experiments that broaden the traditional boundaries of the concert format and extend the reciprocity inherent in chamber music to encompass other disciplines and forms of expression, Miriam Prandi proves equally bold, creating a diptych in which Bach’s Suites find their counterpart in the dance of Maksim Klochnev and Alena Lisnaya from musicAeterna Dance.
This is not about “accompanying” Alexey Slutsky’s choreography, nor about illustrating the music, but rather about finding a shared language through different senses, where the artistry of the Mantuan cellist goes hand in hand with the commitment and technical refinement of the dancers.”
Roberta Pedrotti for L’Ape Musicale. Read the full article here.
Watch here an excerpt from LUMEN
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Lumen et Umbra, il respiro condiviso di violoncello e danza
Lumen et Umbra è un progetto concepito e sviluppato grazie all’impegno congiunto della violoncellista italiana Miriam Prandi e del team visionario di musicAeterna Dance.
È un dittico per violoncello e danza, ideato come due parti autonome in contrappunto:
Parte I — Lumen (luce, nascita, espansione) e Parte II — Umbra (ombra, decadimento, introspezione). Insieme tracciano un arco conciso, dalla vita alla mortalità, attraverso musica e movimento. Il progetto affronta luce e ombra non come conflitto, ma come forze co-esistenti. Ogni parte funziona in sé, e in sequenza le due parti compongono un’indagine unitaria sulla dualità.
Nella tensione tra di esse, e nella quiete dopo il moto, l’opera si domanda: «Cosa resta quando il movimento cessa?». La risposta è la traccia persistente di un dialogo tra separazione e unità.
La performance si basa sulle Sei Suite per violoncello solo di J. S. Bach, un ciclo monumentale che ha ridefinito il potenziale espressivo dello strumento. Ogni Suite procede dal Prélude alle danze: (Allemande, Courante, Sarabande ecc), in equilibrio tra virtuosismo e profondità espressiva.
La musica di Bach non è un semplice sfondo, ma un terzo elemento vivo: il violoncello scandisce il ritmo del respiro e i silenzi tra la vita e il suo riflesso.
Il progetto ha debuttato nel giugno 2025 al Festival Trame Sonore di Mantova, suscitando un’accoglienza calorosa e unanime da parte di pubblico e critica.
Interpreti: Miriam Prandi (violoncello), Elena Lisnaya e Maxim Klochnev (danza).
Coreografia: Alexey Slutsky.
Curatrice: Anastasia Peshkova, principal choreographer di musicAeterna Dance.
Drammaturgia e programma
Parte I - Lumen
Un impulso verso l’espansione: luce diffusa, una voce di violoncello pura come catalizzatore, due corpi mossi da un respiro condiviso. Nessun inizio, nessuna fine, solo trasformazione.
Parte II - Umbra
Introspezione e compressione dell’esperienza: la luce diventa memoria; il timbro del violoncello si fa scuro, urgente come un battito; attrazione e repulsione plasmano il duetto. Il moto si quieta ma, tuttavia, il suo tremore permane.
Per questo progetto, le Sei Suite sono state rielaborate in una forma drammaturgicamente condensata, che intreccia i movimenti di danza più emblematici in un percorso narrativo continuo, sostenuto da una tensione emotiva calibrata con fine equilibrio lungo tutta la performance.
Press:
“[…] in uno spazio espressivo colmato dal gioco e da un mistero di sguardi lanciato e rilanciato dai due flessuosi danzatori Maxim Klochnev ed Alena Lisnaya, in azione sulla ultramoderna parola sonora di Sebastian Bach affidata alla bravura della talentuosa violoncellista mantovana Miriam Prandi, capace di elevare la musica a sommo mistero. Silenzi e suoni al servizio di una comunicazione gestuale ora rarefatta, ora densa di suggestioni. Come una epifania della vita, che trovava nella finitezza dei due momenti vere e proprie acclamazioni.”
Andrea Zaniboni per la Gazzetta di Mantova. Leggi l’articolo completo qui.
“Quanto a sperimentazioni che allargano il confine abituale del concerto ed estendono la reciprocità insita nella musica da camera a più esperienze e discipline, non è da meno Miriam Prandi, che crea un dittico in cui le suite di Bach trovano corrispondenza nella danza di Maksim Klochnev e Alena Lisnaya di musicAeterna Dance. Non si tratta di “accompagnare” la coreografia di Alexey Slutsky, né di illustrare le note, ma di trovare una comune espressione attraverso sensi diversi, in cui la qualità della violoncellista mantovana va di pari passo con la partecipazione e la tecnica dei ballerini.”
Roberta Pedrotti per L’Ape Musicale. Leggi qui l’articolo completo.